Riduzione selettiva della frequenza cardiaca con Ivabradina nei pazienti con scompenso cardiaco


L’obiettivo di uno studio è stato quello di determinare se una riduzione isolata della frequenza cardiaca con Ivabradina ( Corlentor, Procoralan ) possa ridurre il post-carico dei pazienti con insufficienza cardiaca sistolica.

L'elastanza arteriosa effettiva rappresenta l’afterload resistivo e pulsatile del cuore derivato dalla relazione tra pressione e volume.
La frequenza cardiaca modula l'elastanza arteriosa, e, quindi, il burden del post-carico.

Tra i pazienti con insufficienza cardiaca sistolica ( frazione di eiezione minore o uguale a 35% ), randomizzati a placebo o a Ivabradina nello studio SHIFT ( Systolic Heart Failure Treatment With the If Inhibitor Ivabradine Trial ), 275 pazienti ( n=132, placebo; n=143, Ivabradina 7.5 mg due volte al giorno ) sono stati inclusi nel sottostudio ecocardiografico.

L'elastanza arteriosa, la compliance arteriosa totale e l’elastanza telesistolica sono state calcolate al basale e dopo 8 mesi di trattamento.
La pressione sanguigna è stata misurata mediante bracciale; la gittata sistolica, la frazione di eiezione e il volume telediastolico sono stati valutati mediante ecocardiografia.

Al basale l’elastanza arteriosa, la compliance arteriosa totale, la frequenza cardiaca, e l’elastanza telesistolica non differivano significativamente tra i pazienti trattati con placebo e Ivabradina.

Dopo 8 mesi di trattamento, la frequenza cardiaca è risultata significativamente ridotta nel gruppo Ivabradina ( P minore di 0.0001 ) ed è stata accompagnata da una marcata riduzione dell'elastanza arteriosa ( P minore di 0.0001 ) e da una migliorata compliance arteriosa totale ( P=0.004 ), rispetto al gruppo placebo.

Sebbene la contrattilità sia rimasta invariata, l’accoppiamento ventricolo-arterioso è notevolmente migliorato ( P=0.002 ), risultante in una gittata sistolica superiore ( P minore di 0.0001 ) nei pazienti trattati con Ivabradina.

In conclusione, la riduzione della frequenza cardiaca isolata mediante Ivabradina migliora la compliance arteriosa totale, riducendo così l'elastanza arteriosa.
Poichè l’elastanza telesistolica è inalterata, il migliorato accoppiamento ventricolo-arterioso è responsabile di un aumento della gittata sistolica.
Pertanto, lo scarico del cuore può contribuire all'effetto benefico di una riduzione della frequenza cardiaca in pazienti con insufficienza cardiaca sistolica. ( Xagena2013 )

Reil JC et al, J Am Coll Cardiol 2013; 62: 21: 1977-1985

Cardio2013 Farma2013


Indietro

Altri articoli

L'infiammazione sistemica e l'ipogonadismo maschile sono due fattori di rischio non-convenzionali sempre più riconosciuti per la sindrome del QT lungo...


La fibrillazione atriale e l'insufficienza cardiaca coesistono frequentemente e possono essere difficili da trattare. Il controllo del ritmo della fibrillazione...


Gli studi controllati con simulazione hanno dimostrato la sicurezza e l'efficacia della denervazione renale ( RDN ) per abbassare la...


Ci sono poche prove a sostegno della selezione della terapia per il controllo della frequenza cardiaca nei pazienti con fibrillazione...


L'Ivabradina ( Corlentor, Procoralan ) è stata approvata per l'insufficienza cardiaca con ridotta frazione di eiezione ( HFrEF ) e...


La tachicardia sinusale è frequentemente riportata nel lupus eritematoso sistemico ( SLE ), mentre ci sono dati limitati sulla capacità...


Gli individui con artrite reumatoide sono ad aumentato rischio di morte cardiaca improvvisa, un risultato aumentato in quelli con prolungamento...


Una frequenza cardiaca inferiore è associata a migliori esiti nei pazienti con insufficienza cardiaca ( HF ) con frazione di...


Hoffmann-La Roche, in accordo con l’Agenzia Europea dei medicinali (EMA) e l’Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA ), hanno informato...


La relazione tra mortalità e frequenza cardiaca rimane non ben definita per i pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di...